Incontri con disabili

Emozioni e piacere per tutti

I film

Uneasy Riders

Uneasy riders

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Uneasy Riders è un film francese del 1999 che, con molta ironia e semplicità, porta alla luce un tema sepolto come quello della sessualità per i disabili.

L’intero film gira intorno a René, un cinquantenne afflitto da una patologia muscolare che a breve lo renderà del tutto dipendente dalle cure altrui.

Confinato in una struttura per disabili adulti, René è odioso con tutti. Volgare, arrogante, insulta chiunque gli capiti a tiro ed è per questo che non ha amici né confidenti.

Gli assistenti stessi non hanno un buon rapporto con lui ed è per questo che la sua assistente, Sandrine, lascia il suo incarico e fa subentrare la dolce Julie.

Questa infermiera innocente, pura e buona riuscirà a non subire i colpi di René pur rispondendoli a tono quando l’uomo esagera con i suoi modi.

Il film prosegue marcando sul carattere burbero di René che, però, viene gradualmente disarmato da questa ragazza ingenua che sembra intuire le ragioni del suo comportamento.

Quando a un certo punto gli chiederà cosa lo spinga ad essere così, risponde con un semplice “voglio scopare”.

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Una frase scontata, volgare, banale, ma che nasconde un tabù sociale ancora esistente: i disabili non fanno sesso.

O almeno questo è quello che crede la società collettiva! I disabili non fanno sesso perché non possono farlo o, se possono, non devono perché è così.

Nessuna motivazione valida.

René è il risultato di questa repressione, messa in atto dal direttore della struttura che nega un aiuto all’uomo, rendendolo di fatto un insoddisfatto della propria vita.

L’unico modo in cui riesce a vivere una piccola traccia di sessualità è nell’autoerotismo, la sua stanza è infatti piena di foto erotiche ed è un estimatore di video porno.

Ma neanche questi riescono a farlo sentire vivo, come solo il sesso e l’amore possono fare.

Julie capisce che non è giusto, che è necessario soddisfare questo bisogno e che la sessualità non è materia da nascondere.

Decide quindi di portarlo da una prostituta, Fiorelle, l’unica che ha acconsentito al rapporto.

Grazie all’aiuto di Sandrine, e di nascosto dal direttore, trasporta René su un furgoncino e lo presenta alla prostituta.

L’incontro non comincia nella maniera ideale… Fiorelle fuma una sigaretta e aspetta che René venga trainato sul suo furgoncino, laddove verrà consumato il rapporto, ma le ruote della sedia si incastrano.

L’infermiera cerca di sbloccare il meccanismo mentre René la denigra. Basta questo tono aggressivo a far scattare la prostituta che lo definisce ingrato per tutto ciò che Julie sta facendo per lui.

Proprio mentre fa questo discorso, si pone davanti alla carrozzina e cerca di smuoverla, dando bella mostra del suo seno a René.

Una piccola visione paradisiaca che basta a quietarlo e ad accendere le sue fantasie, quelle che per tanti anni sono state cancellate dai divieti medici, dai rifiuti sociali, dalla paura di essere semplicemente umano.

Il film salta la parte del rapporto vero e proprio, per non fomentare l’interesse voyeuristico del pubblico verso qualcosa di talmente intimo.

Sarà René stesso a dichiarare che è andato male, forse a causa dell’eccessiva ansia da prestazione. Uno scalino da superare in questo strano trio è la mancanza di fiducia.

Fiorelle non mette il preservativo ai suoi clienti quindi Julie è presa alla sprovvista, ritrovandosi a compiere un atto privato senza averlo messo in conto, anche René subisce questa battuta mentre distoglie lo sguardo e raggelando il suo corpo.

In questo momento è possibile comprendere quanto la sessualità di René non sia malata o distorta, perché non viola l’innocenza di Julie, nemmeno con un atteggiamento spavaldo.

Lui semplicemente rifiuta l’idea di rinunciare a una parte importante di sé, non concepisce il concetto di essere sbagliato e di doversi uniformare a ciò che gli altri vogliano che lui sia.

A quella volta con Fiorelle ne seguiranno molte altre, tanto che si verrà a creare un buon rapporto tra i due e, addirittura, la prostituta metterà da sola il preservativo a René, segno di quella piccola intimità che ha molto più valore di un orgasmo.

La voce, intanto, si sparge e molti altri disabili decidono di seguire l’esempio dell’uomo e andare da Fiorelle.

Il direttore della struttura è costretto ad acconsentire a quella piccola rivolta.

Fiorelle si ritrova ad esserne felice, nonostante fosse stata dubbiosa in principio, perché capisce quanto sia importante il suo aiuto nella vita di questi uomini costretti a reprimere le loro voglie per tutta una vita.

Il film cambia completamente registro e, se all’inizio, c’erano molti litigi e inconmpresioni, tutto diventa una risata continua e un clima disteso.

Il regista riesce a far comprendere al pubblico cosa accade nell’animo di un disabile soddisfatto nelle sue necessità umane e lo fa senza risultare banale o offensivo.

La raggiunta serenità porterà ad un totale mutamento caratteriale dell’uomo che, finalmente, riesce ad allacciare buoni rapporti e a farsi conoscere per ciò che realmente è.

Addirittura, la famigerata Sandrine, la donna che lui odiava all’inizio del film diventa la sua compagna.

Lo si capisce da un dialogo e dal feeling emotivo dei due, un qualcosa che aspettava solo di nascere.

René avrebbe potuto trovare amore, amicizia e sesso molto tempo prima se solo avesse voluto.

La carrozzina non era un limite, piuttosto lo era il suo carattere scontroso e la sua lingua tagliente. Ma non glielo si può neanche recriminare in fondo…

René è stato vittima del direttore della clinica e di una società che finge di non vedere i suoi bisogni.

Uneasy Riders abbatte questi confini invisibili e dà una speranza a tutti i disabili che vedono la loro condizione come invalidante dal punto vista sessuale e romantico.

Lo spettatore che vede questo film ne esce arricchito perché capace di comprendere in due ore ciò che una società (malata contro chi pensa sia malato) cerca di infondere in maniera incognita: la paura di ammettere quanto sia importante il sesso, quanto bene faccia e quanto riesca a cambiare la personalità di uomini e donne.

A prima vista

A prima vista

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Sesso e disabilità, ancora tabù

In una società sempre più incentrata sul sesso, parlare di sesso e disabilità è ancora un tabù.

C’è molta riservatezza, perché i disabili avvertono la loro difficoltà per raggiungere l’appagamento sessuale come un’ulteriore debolezza. Ecco quindi che molti si rifugiano nella masturbazione come unica via di fuga a loro concessa. Invece sarebbe sufficiente vivere più apertamente le problematiche connesse a quest’esigenza così naturale, per capire che non si tratta di una difficoltà insormontabile.

Quello che serve, in realtà, è solo qualcuno che si avvicini e condivida amore e tenerezza. Con una persona accanto, chi è disabile riesce a riscoprirsi più forte e sicuro di sé. Solo in questo modo si può uscire dall’isolamento e si possono compiere azioni che magari prima non si aveva il coraggio di fare.

Fortunatamente, quando si tratta di dover combattere un tabù, l’arte si fa trovare sempre in prima linea. In questo caso è il cinema a dare una mano, raccontando una storia vera. Si tratta del film “a prima vista”.

Quando il cinema racconta la disabilità e il sesso: la trama di “A prima vista”.

A prima vista è un film del 1999. Il regista è Irwin Winkler, mentre gli attori protagonisti sono Val Kilmer e Mira Sorvino. Il film racconta una storia vera, quella di Virgil Adamson.

Virgil è un uomo che ha perso la vista sin da quando era bambino. Lavora come massaggiatore e vive presso una località turistica poco a nord di New York. Insieme a lui vive anche la sorella, e gode di stima da parte di tutti quelli che lo conoscono. Un giorno capita in questa località Amy Benic, un architetto di Manhattan in cerca di una via di fuga dallo stress del suo lavoro. Si affida ai massaggi di Virgil e i due quindi entrano in confidenza.

Dopo che è passato qualche giorno, Amy si accorge che si sta innamorando di Virgil. Dopo averglielo fatto capire, passa ancora qualche altro giorno insieme e poi Amy propone a Virgil di seguirla a New York. Questa proposta è accompagnata anche dalla speranza di Amy di poter trovare qualche cura sperimentale che aiuti Virgil a riacquistare la vista. La risposta di Virgil non è particolarmente entusiastica perché a lui non interessa portare avanti una speranza di questo tipo. Nonostante tutto, una volta a New York Virgil si sottopone ad un intervento chirurgico che riesce a ridargli la vista.

Dopo l’intervento Virgil si ritrova così improvvisamente in un mondo nuovo, fatto di spazi che non riesce a misurare, pieno di cose delle quali non riesce a capirne il senso. Gli sforzi di Amy per inserire Virgil nella vita quotidiana sono notevoli, eppure non sembrano dare i frutti sperati. Una sera Amy e Virgil vanno ad una festa di compleanno di Duncan, socio di Amy nonché suo ex marito. Successivamente Duncan e Amy vanno ad Atlanta insieme per motivi di lavoro. Al rientro Virgil cerca di ottenere spiegazioni da Amy e riescono a chiarirsi. Nel frattempo Virgil ogni tanto ha momenti in cui perde la vista. Dopo essersi fatto visitare, i medici gli dicono che è destinato a diventare di nuovo cieco in quanto la sua retina è debole.

Dopo molti anni Virgil incontra suo padre, sparito subito dopo aver appreso della cecità di Virgil, quando era molto piccolo. Poco tempo dopo Virgil ritorna di nuovo cieco e decide di tenere una conferenza nella quale raccontare tutta la sua esperienza. Mentre si trova al parco improvvisamente si sente chiamare, si tratta di Amy che ha deciso di tornare da lui.

Il film “a prima vista” ci racconta di come le attrazioni non hanno paura delle difficoltà e delle disabilità.

Si può dire quindi che un modo per sconfiggere la paura e l’insicurezza dell’instaurare un rapporto sentimentale, per tutti e anche per chi ha disabilità, può essere quello proprio di trovare una persona da avere accanto.

Il film ci dice infatti in modo molto chiaro come l’avvicinamento tra Virgil ed Amy non sia condizionato dal fatto che Virgil sia cieco. Nonostante sia privato della vista, Virgil avverte comunque un’attrazione mentale e fisica verso Amy.

Questo perché l’erotismo e la seduzione funzionano benissimo anche usando gli altri quattro sensi, Virgil questo prima non lo poteva sapere.

Ha dovuto sperimentare l’avvio di un rapporto per accorgersene.

Il messaggio di questo film quindi è chiaro ed è positivo, la disabilità non è un ostacolo all’appagamento dei propri desideri sessuali. E questo vale anche per le persone normodotate che hanno paura ad avvicinarsi a chi è disabile.

Una paura dettata dalla mancanza di conoscenza. C’è ancora molto da fare per far cadere questo tabù, forse serviranno ancora molti film prima che una persona con disabilità non venga vista come impedita ad avere una vita sessuale regolare.

Il sesso è un aspetto della vita molto importante per l’uomo, in quanto apporta benefici soprattutto mentali. Le persone con disabilità devono vivere questo aspetto della loro vita con disinvoltura, con la certezza che il mondo è pieno di gente comprensiva e che non ha paura di misurarsi con questa realtà particolare. Ci sono ancora molti Virgil che stanno aspettando la loro Amy.

Shine. Un film che racconta la vita di David Helfgot

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Ci sono film che superano la sottile linea della banalità e si inoltrano in oceani non convenzionali.
È il caso di Shine, film del 1996 diretto da Scott Hicks e meritevole di un premio Oscar e di un Golden Globe.
Il film racconta le vicende di David Helfgot, realmente esistito, e della sua dura lotta emotiva per vincere la paura.
Cosa c’è di strano in questo? Che David nacque senza alcun tipo di problema e subì le vessazioni fisiche e psicologiche del padre fino alla pazzia.

Come David Helfgot arriva al cedimento

Il film comincia con un David adulto che, fradicio di pioggia, entra in un locale e parla in maniera sconnessa. Le scene di lui adulto sono intervallate da episodi vissuti da bambino e adolescente. Il regista vuole far comprendere, da subito, dove si è rintanata la sua mente e perché è arrivata a quel punto.
Centro di questo universo, il pianoforte. Amore e violenze, motivo di vicinanza e allontanamento, tutto gira vorticosamente intorno ai tasti della musica.
David Helfgot è ancora giovane quando decide di allontanarsi da casa, con grave disappunto di suo padre, e studiare in una scuola di musica molto importante a Londra. La sua diversità caratteriale comincia a farsi sentire già qui quando, ingenuo e solitario, si accompagna ad amici approfittatori. David non riconosce l’egoismo perché abituato a subire la violenza di suo padre e la solitudine. Il suo interesse per le ragazze è presente ma non riesce ad avvicinarle nel migliore dei modi a causa, appunto, della sua genuina stranezza. Durante una serata con i suoi compagni, un travestito con un lungo boa di piume rosso lo guarda con molta attenzione, non si sa cosa capiterà ma il regista decide di spostare la scena di qualche ora e riprendere David con quello stesso boa rosso, addormentato in una piazza e alle prese con i postumi della sbornia. Il pubblico intuisce qualcosa ma non ne ha conferma, può solo fantasticare.
Un altro accenno alla pazzia nascente di David avviene nella scena in cui il giovane recupera un pacco dalla sua posta, una signora del condominio scende le scale ma non risponde al saluto di David e lo oltrepassa in maniera sdegnata. Il pubblico non capisce il motivo fino a quando il giovane non sale le scale lasciando intravedere il suo sedere nudo.

Non portava i pantaloni ma nemmeno le mutande! Questi piccoli segnali sono importanti perché permettono di comprendere pienamente il graduale excursus che porterà David a cedere durante il suo primo importante concerto e alla conseguente entrata in una clinica di riabilitazione. Il crollo psicotico ha avuto luogo.

Ma le cose un giorno cambiano. Quel giorno c’è sempre

David è ricoverato in centro per persone problematiche e una volontaria lo riconosce e decide di portarlo con sé. Le cose non sono facili perché l’uomo vive in un mondo tutto suo dove l’accesso è precluso a chiunque. La donna dovrà convivere con un’anima complessa e con un uomo che la saluta con un sorriso e una palpata di seno ogni mattina. Questa ricerca del contatto fisico, e il modo in cui avviene, dice molto sulla personalità di David. Innocente, puro, allegro eppure persistente. David non ha conosciuto abbastanza il mondo per conoscere le regole degli adulti ma ha in sé una sessualità e un desiderio che non riesce a controllare.

Non hai ancora visto il film “Shine”?

Shine, in blu ray

Shine, in blu ray

  • Walt Disney (01/22/2001)
  • tempo di esecuzione: 102 min
  • Francese, Olandese, Inglese

26,46 EUR

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A David era proibito toccare il pianoforte e non ha potuto farlo per anni ma arriva in un ristorante e inizia a suonare lasciando tutti attoniti. E incontra Gillian, una cartomante che vedeva molto più con il cuore che con gli occhi. Si avvicina in maniera talmente empatica che si insinua tra le corde del pianista e riesce a intravedere l’uomo che si nasconde al suo interno.
David non perde mai occasione di abbracciarla, di sfiorarle le mani, di sentire il suo profumo e di perdersi nei suoi discorsi insensati fino alla fatidica proposta di chiederle di sposarlo.

La donna non gli risponde, non sa cosa dire. Ma è nella solitudine della sua vita, mentre guarda il panorama secco, arido e carico di nuvole pesanti che capisce. Ha visto nel suo cuore e c’era quel folle uomo.
Il matrimonio tra i due avviene in tempi molto brevi e c’è un lungo bacio commovente, quasi adolescenziale, che suggella quel nuovo amore. L’approccio di David ha in sé quel tenero stupore di chi vive tutto come un’eterna prima volta e il sesso tra i due (la scena seguente a quella del matrimonio) è ironica, dolce, leggera.

L’amore finalmente lo spinge a sconfiggere la paura e a prendersi quello che merita. Durante il suo primo concerto subisce un’ovazione del pubblico che spazza via quell’insanità mentale che lo ha pressato per un’intera vita. Mentre bacia Gillian e la abbraccia, le strizza un seno mentre la donna gli prende la mano, in maniera docile, gliela bacia e gli chiede di suonare ancora per loro. Nel pubblico, la madre e la sorella si lanciano in un applauso commosso e liberatorio, con gli occhi velati di lacrime.
L’amore della sua compagna è riuscito a incanalarsi in David e a spazzare via tutto il male, il rancore, la solitudine e la paura che il padre gli aveva instillato.

Seduzione dal film Il collezionista di ossa

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A volte i film servono per focalizzare meglio e rendere comuni emozioni che si descrivono verbalmente con difficoltà. Per chi lo ha visto le scene di seduzione dal film Il collezionista di ossa sono molto vibranti. Il film è di Phillip Noyce del 1999.

La trama del film

La trama gira vorticosamente intorno al criminologo Lincoln Rhyme, detective della Polizia di New York e autore di diversi libri fondamentali per l’addestramento delle reclute, che è immobilizzato nel suo letto da quattro lunghi anni a causa di un incidente durante il suo lavoro.
La vita che gli scorre davanti e la sua disabilità, instaurano una stanchezza esistenziale da spingerlo al pensiero della morte.
Ma un giorno tutto cambia.
L’agente Amelia Donaghy trova un cadavere: fotografa la scena senza intaccarla e cerca di dare un senso alle prove lasciate dall’omicida. Il detective Sellitto, che si occupa del caso, coinvolge Rhyme detective ancora in servizio e unico attento osservatore in grado di risolvere il fitto mistero. Così i due si incontrano: due forti personalità spinti dalla caparbietà e determinati a risolvere i rapimenti e gli omicidi che incalzano. Il filo sottile della professionalità che li lega agli attimi infiniti mentre cercano di salvare vite è la trama del film principale. Ma ce n’è un’altra più umana, più coinvolgente, più stimolante: tra i due nasce prima una reciproca fiducia e poi un’attrazione labile, sottile, soffice come la punta di una piuma. Fascino che è un travolgente richiamo travestito da antipatia che diventa seduzione anche fisica. Poi il coinvolgimento e l’inevitabile intreccio di sguardi e attenzioni: così iniziano le scene di seduzione.

Non hai ancora visto il film “Il Collezionista di ossa”?

– 0,88 EUR

Il collezionista di ossa

Il collezionista di ossa

  • Sony Pictures
  • 8013123025265
  • UNIVERSAL PICTURES ITALIA SRL (07/02/2010)
  • tempo di esecuzione: 118 min
  • vari
  • Danese, Greco, Inglese, Italiano, Olandese, Svedese, Tedesco, Polacco, Russo, Ceco

9,99 EUR 9,11 EUR

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Le scene di seduzione

Riscoprire la potenza del profumo della pelle che è il più potente tra i sensi: l’olfatto. Amelia porge un piccolo frammento ritrovato sulla scena del crimine a Rhyme e si avvicina talmente tanto da stabilire un contatto per la prima volta. La bravura di Denzel Washington è nel suo viso che coglie pienamente il piacere di risentire quel profumo di donna che da tempo Rhyme non sentiva più. Il collo di Amelia è lungo e sinuoso, gli si para dinnanzi svelando sogni voluttuosi e preliminari sensuali eppure lui non si tira indietro. La guarda sfrontato, in maniera profonda e lunga e lei sente il peso di quello sguardo, affrontandolo a sua volta. Ed eccolo lì, il secondo motivo della seduzione: lo sguardo.

Per la prima volta i due si guardano non come colleghi, ma come due persone che si piacciono e si desiderano a vicenda. Una vicinanza che permette di sentire il reciproco odore, in attesa di scovare qualcosa di non detto. L’idillio è fermato dall’entrata in scena di Thelma, l’infermiera, ma è solo momentaneo perché di lì a pochi minuti ci sarà la scoperta di un altro senso importantissimo per la seduzione: il tatto.
Rhyme riposa dopo un attacco di disreflessia e Amelia è vicina al suo letto.
Con una mano si avvicina alla cicatrice della tracheotomia, ripercorrendone i rilievi in maniera leggera. Le sue lunghe dita affusolate continuano a scendere fino ad accarezzare le dita di Rhyme, l’unico strumento mobile di un corpo ormai pietrificato, e si riscopre a provare piacere in quel leggero tocco sensuale. La sua mano ripercorre l’intera lunghezza del dito, indice e medio si aprono per accoglierlo come due gambe che si schiudono alla virilità maschile. C’è una prepotenza simbolica in tutto questo, avvalorata dai sospiri di Amelia che chiude gli occhi mentre la sua mente è persa in qualche dolce fantasia quando Rhyme apre gli occhi e la riporta alla realtà, stemperando quel clima elettrico con una battuta ironica.

“Esistono delle leggi contro le molestie agli handicappati” dice lui.
Non le chiede cosa stia facendo perché lo sa già. Il piacere dato dall’avvicinamento delle mani toglie il fiato.Decide di accompagnare placidamente questo momento e stuzzicare Amelia che non si sottrae al gioco e risponde con un semplice “ah si?”, come per ammettere candidamente cosa stava facendo.
Battute e sorrisi rendono ancora più profondo il livello di intimità che si è creato e che c’è ancora negli sguardi fra i due, di sfida o di attrazione che rende vane tutte le parole.

Il destino te lo costruisci da solo

La forza di un incontro cambia la visione del proprio futuro. Una persona, oltre all’amore che proviamo per noi stessi, che diventano una propulsione vitale. La trama fitta del film si evolve e si risolve scoprendo e fermando il colpevole. Tra i due protagonisti nasce un intreccio misto di complicità, attrazione e genialità che li unisce: nasce un rapporto speciale. Rhyme è lontano dal suo letto e su una sedia elettronica, mentre accoglie gli invitati alla sua festa di Natale e mentre ammira il panorama di New York, finalmente felice e speranzoso di ciò che verrà.
Amelia indossa un sensuale abito lungo nero con scollatura profonda e bretelle sottile che ne sottolineano le spalle scolpire. La sua bellezza è disarmante e il suo volto è luminoso mentre siede accanto a Rhymes e gli augura buon Natale, poggiando la sua mano su quella di lui.

Ancora una volta un piccolo gesto che raccoglie tutta la voglia erotica dei due. Non è un semplice contatto tra palmo e dorso di due mani, è più un cercarsi, un accarezzarsi e un voler sentire il calore della pelle.
Lo sguardo che si scambiano raggiunge vette epocali perché negli occhi di Amelia c’è una velata commozione e una sincera promessa d’amore, lo guarda senza mai distogliere lo sguardo mentre gli sorride con due labbra carnose e gli fa capire come sarà il prosieguo della serata. Lui risponde con un piccolo cenno di incredulità, seguito subito dopo da un sorriso tenero che mostra tutta la sua gratitudine a quella vita che ancora gli riserva delle sorprese.

Seduzione e disabilità

Per un disabile, un tetraplegico nel film, il contatto e la seduzione assume una forma diversa e meno convenzionale. Il profumo, il tatto, il calore emanato dai propri corpi e uno sguardo, diventano piccoli canali del piacere guidati dal sapiente uso di una mente che sa ancora aprire la chiave dell’eros.
Innamorarsi di un uomo disabile si può e l’amore può essere forte e duraturo.

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