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A prima vista

A prima vista

Sesso e disabilità, ancora tabù

In una società sempre più incentrata sul sesso, parlare di sesso e disabilità è ancora un tabù.

C’è molta riservatezza, perché i disabili avvertono la loro difficoltà per raggiungere l’appagamento sessuale come un’ulteriore debolezza. Ecco quindi che molti si rifugiano nella masturbazione come unica via di fuga a loro concessa. Invece sarebbe sufficiente vivere più apertamente le problematiche connesse a quest’esigenza così naturale, per capire che non si tratta di una difficoltà insormontabile.

Quello che serve, in realtà, è solo qualcuno che si avvicini e condivida amore e tenerezza. Con una persona accanto, chi è disabile riesce a riscoprirsi più forte e sicuro di sé. Solo in questo modo si può uscire dall’isolamento e si possono compiere azioni che magari prima non si aveva il coraggio di fare.

Fortunatamente, quando si tratta di dover combattere un tabù, l’arte si fa trovare sempre in prima linea. In questo caso è il cinema a dare una mano, raccontando una storia vera. Si tratta del film “a prima vista”.

Quando il cinema racconta la disabilità e il sesso: la trama di “A prima vista”.

A prima vista è un film del 1999. Il regista è Irwin Winkler, mentre gli attori protagonisti sono Val Kilmer e Mira Sorvino. Il film racconta una storia vera, quella di Virgil Adamson.

Virgil è un uomo che ha perso la vista sin da quando era bambino. Lavora come massaggiatore e vive presso una località turistica poco a nord di New York. Insieme a lui vive anche la sorella, e gode di stima da parte di tutti quelli che lo conoscono. Un giorno capita in questa località Amy Benic, un architetto di Manhattan in cerca di una via di fuga dallo stress del suo lavoro. Si affida ai massaggi di Virgil e i due quindi entrano in confidenza.

Dopo che è passato qualche giorno, Amy si accorge che si sta innamorando di Virgil. Dopo averglielo fatto capire, passa ancora qualche altro giorno insieme e poi Amy propone a Virgil di seguirla a New York. Questa proposta è accompagnata anche dalla speranza di Amy di poter trovare qualche cura sperimentale che aiuti Virgil a riacquistare la vista. La risposta di Virgil non è particolarmente entusiastica perché a lui non interessa portare avanti una speranza di questo tipo. Nonostante tutto, una volta a New York Virgil si sottopone ad un intervento chirurgico che riesce a ridargli la vista.

Dopo l’intervento Virgil si ritrova così improvvisamente in un mondo nuovo, fatto di spazi che non riesce a misurare, pieno di cose delle quali non riesce a capirne il senso. Gli sforzi di Amy per inserire Virgil nella vita quotidiana sono notevoli, eppure non sembrano dare i frutti sperati. Una sera Amy e Virgil vanno ad una festa di compleanno di Duncan, socio di Amy nonché suo ex marito. Successivamente Duncan e Amy vanno ad Atlanta insieme per motivi di lavoro. Al rientro Virgil cerca di ottenere spiegazioni da Amy e riescono a chiarirsi. Nel frattempo Virgil ogni tanto ha momenti in cui perde la vista. Dopo essersi fatto visitare, i medici gli dicono che è destinato a diventare di nuovo cieco in quanto la sua retina è debole.

Dopo molti anni Virgil incontra suo padre, sparito subito dopo aver appreso della cecità di Virgil, quando era molto piccolo. Poco tempo dopo Virgil ritorna di nuovo cieco e decide di tenere una conferenza nella quale raccontare tutta la sua esperienza. Mentre si trova al parco improvvisamente si sente chiamare, si tratta di Amy che ha deciso di tornare da lui.

Il film “a prima vista” ci racconta di come le attrazioni non hanno paura delle difficoltà e delle disabilità.

Si può dire quindi che un modo per sconfiggere la paura e l’insicurezza dell’instaurare un rapporto sentimentale, per tutti e anche per chi ha disabilità, può essere quello proprio di trovare una persona da avere accanto.

Il film ci dice infatti in modo molto chiaro come l’avvicinamento tra Virgil ed Amy non sia condizionato dal fatto che Virgil sia cieco. Nonostante sia privato della vista, Virgil avverte comunque un’attrazione mentale e fisica verso Amy.

Questo perché l’erotismo e la seduzione funzionano benissimo anche usando gli altri quattro sensi, Virgil questo prima non lo poteva sapere.

Ha dovuto sperimentare l’avvio di un rapporto per accorgersene.

Il messaggio di questo film quindi è chiaro ed è positivo, la disabilità non è un ostacolo all’appagamento dei propri desideri sessuali. E questo vale anche per le persone normodotate che hanno paura ad avvicinarsi a chi è disabile.

Una paura dettata dalla mancanza di conoscenza. C’è ancora molto da fare per far cadere questo tabù, forse serviranno ancora molti film prima che una persona con disabilità non venga vista come impedita ad avere una vita sessuale regolare.

Il sesso è un aspetto della vita molto importante per l’uomo, in quanto apporta benefici soprattutto mentali. Le persone con disabilità devono vivere questo aspetto della loro vita con disinvoltura, con la certezza che il mondo è pieno di gente comprensiva e che non ha paura di misurarsi con questa realtà particolare. Ci sono ancora molti Virgil che stanno aspettando la loro Amy.

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